Detenuti al lavoro all'Università

TERAMO ‒ Detenuti al lavoro all’università di Teramo a partire da settembre. Faranno parte di vere e proprie “squadre integrate” composte dal personale dell’UniTe e dagli studenti beneficiari di borse lavoro. Ad annunciarlo questa mattina il rettore D’Amico nel corso della conferenza stampa per la presentazione del protocollo d’intesa firmato con il provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria per l’Abruzzo e il Molise per la creazione di un polo universitario all’interno del carcere di Castrogno. I primi 4 detenuti coinvolti nel progetto promosso con l’istituto penitenziario teramano, sono stati individuati tra quelli con permesso per svolgere attività all’esterno della casa circondariale durante il giorno e saranno impegnati nell’assistenza e nella pulizia delle aule didattiche dell’ateneo in cambio di un salario minimo mensile. L’accordo siglato con il provveditorato regionale, primo in Abruzzo del genere, prevede invece l’istituzione di un polo universitario che consentirà ai detenuti di iniziare o completare un percorso di studi. In base al documento, l’UniTe metterà a disposizione anche delle agevolazioni economiche per i detenuti studenti, oltre alle commissioni d’esame per le sessioni interne alla casa circondariale di Teramo. Inizialmente, le attività formative si terranno a distanza grazie ad una piattaforma e-learning dove saranno riversati i materiali didattici che i detenuti potranno consultare on line in appositi locali nel carcere. In una seconda fase, se ci sarà un riscontro in termini di iscrizioni, saranno organizzati anche dei seminari che andranno a integrare la formazione a distanza. “E’ un documento importante – ha sottolineato stamattina il rettore D’Amico – perché mette insieme il fine della rieducazione previsto dalla nostra Costituzione con l’aspirazione formativa dell’università”. La parola chiave, continua D’Amico, “è inclusione. L’ateneo deve collaborare con le altre istituzioni del territorio impegnate nell’integrazione di chi ha commesso un errore ma ha scontato la sua pena”. Nell’intenzione del protocollo, il polo potrà avere una valenza nazionale accogliendo sudenti-detenuti anche da altre carceri italiane. “Attualmente solo lo 0.5% dei reclusi italiani è iscritto ad una università – ha aggiunto la dirigente dell’ufficio Detenuti e Trattamento del provveditorato regionale Fiammetta Trisi – l’Abruzzo e il Molise sono in linea con questo dato. L’obiettivo che ci poniamo con il polo universitario è di arrivare almeno al 2%”. L’accordo include anche un progetto di formazione dei dipendenti dell’amministrazione penitenziaria attraverso corsi specifici per il conseguimento della laurea in Servizi Giuridici, oltre alla promozione di attività nella ricerca scientifica tra cui tirocini formativi e l’accesso alle strutture del carcere da parte di ricercatori, dottorandi e laureandi. “Il protocollo consentirà una crescita sia del personale penitenziario che dei detenuti”, ha concluso provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Bruna Brunetti, “la sua funzione sociale è significativa perché consente a chi ha fatto un errore di tornare nella società dimostrando di avere interiorizzato determinati valori. E l’istruzione è un passaggio fondamentale di questo percorso”. Alla conferenza stampa ha partecipato anche la preside della facoltà di Giurisprudenza, Floriana Cursi.